Farfalle

Farfalle
Illustrazione per Misticanza #5: Gian Luca Gavioli  (https://www.facebook.com/Gianlucagavioliillustrations/)

 

Nacque tutto senza un’intenzione.

Era quel tipo di persona ch’incontri e che con te non spartisce nulla e nonostante tutto va a crearsi un filo di connessione, una connessione erotica che non potevo in alcun modo controllare. Non era il mio tipo e per di più ero fermamente convinta non sarebbe stato all’altezza. Eppur quando mi chiese d’uscire sentii le ginocchia cedere ed una strana sensazione mi colse il basso ventre. M’ero sempre chiesta come potessero paragonare un sentimento al volo delle farfalle, ora lo capii.

Uscimmo una notte d’inverno e mi ritrovai dinnanzi allo specchio mentre insoddisfatta sfogliavo tutti i capi del mio guardaroba per una cena che non avrebbe dovuto significar nulla se non un innocente scambio d’opinioni dinnanzi ad un piatto caldo. S’avessi avuto Nicole affianco quella sera avrebbe capito dalla gonna dove volessi finire quella notte ma lei non c’era e sorseggiando un calice di vino non me n’accorsi.

Continuavo a chiedermi come avessi potuto accettare un invito al quale non avrei dato seguito per i più svariati motivi, primo fra tutti avevo deciso non ci sarebbe stata una seconda cena.

La cena trascorse fra sorrisi celati e sguardi carichi d’interesse, di quelli che nei libri si scambiano segretamente, con quel timore reverenziale ed il misto d’imbarazzo. Risi, molto più del previsto e nemmeno una volta credetti di trovarmi a disagio mentre i suoi occhi correvan lungo il mio collo prima di ricer i seni sotto alla camicia bianca ed i miei seguivan la linea delle sue spalle, per poi scender  lungo le braccia ad osservarne le mani, avrei voluto poterlo impedire, poiché ogni volta ad osservarne le mani, la mia mente viaggiava sognandosele addosso. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, mi trascinava verso di lui come fosse una calamita.

Mi feci riaccompagnare a casa conscia che fosse la scelta migliore eppur quando scoprimmo ch’avevo dimenticato le chiavi e Nicole non sarebbe tornata prima d’altre tre ore per potermi aprire accettai il suo invito ad attender a casa sua. Abitava appena fuori dalla città, in un casale, cosicché decidemmo di fermarci nel capanno in giardino dove accese una stufa; volevo evitare in ogni modo di trovarmi sul suo letto, che in fin dei conti era esattamente il posto dove volevo finire ma qualcosa dentro di me mi portava a fuggire da lui, i suoi occhi verdi e le spalle larghe.

Il freddo attanagliava l’aria quella notte. Ci sedemmo vicini su due sedie  in vimini, le distanze fra noi presero a diminuir ogn’istante di più, chi spostava la sedia con la scusa d’avvicinarsi al fuoco e chi senza scuse lentamente s’avvicinava ogni minuto di qualche centimetro.

Credo ci volle poco più di mezzora prima di trovarmi con le gambe incastrate fra le sue ed il suo viso a pochi centimetri dal mio.

Sentivo il corpo formicolare per l’eccitazione ed il respiro si faceva via via più pesante ed in affanno. Deglutivo vistosamente chiedendomi dove fosse finita la mia saliva. Sentivo il suo respiro sulle mie labbra. Mi persi a scrutarne i lineamenti del viso illuminati dal fuoco indagandone le caratteristiche ed ad ogni dettaglio in più che scoprivo la ragione iniziò a farsi sempre più piccola, sempre più lontana mentre l’eccitazione prendeva il totale controllo e la lussuria dettava ognuno dei rari pensieri che riuscivo a formulare. Mi sembrava una dolce tortura, mi divertiva ed allo stesso tempo n’ero affranta, quanto avrei dovuto aspettare ancora? Lì, priva di ragione e completamente arresa a lui.

Fu terribile, ore ad appena un soffio, senza che nessuno dei due prendesse a muover il primo passo.

Il corpo mi parea ora tremare scosso da correnti di calore mentre ad ogni sua parola era come se sentissi il suo respiro baciarmi ed a stento riuscivo a rispondergli sentendo il calore fra le mie gambe aumentare ed allargarsi.

Il respiro s’appesantiva irrimediabilmente mentre la bocca andava sempre più a ricordar un deserto, cercavo di distrarmi seguendo il profilo del fuoco alla mia sinistra ma non poteva che ricordarmi il riflesso delle fiamme sul suo viso.

Fu quando ormai decisi di non poter aspettar oltre che mi precedette e le sue labbra s’unirono alle mie, improvvisamente, dopo ore di desiderio colse l’unico momento in cui non credetti m’avrebbe baciata.

Mi travolse in maniera completa, fu come s’incontrassi l’acqua dopo esserne stata privata per giorni, afferrandomi il viso con la mano destra nel trascinarmi verso di se. Il mio corpo fu pervaso da brividi mentre s’abbandonava al suo. Sentii la sua mano salire lungo la schiena, lentamente, prima di stringersi sulla mia nuca.

Fu inn quel momento, nella maniera più improvvisa, più incontrollata, più inaspettata ed incalcolabile che venni. L’orgasmo mi fece tremare le gambe e mi scosse dall’interno. Smisi di respirare per un secondo.

Ci staccammo in quel momento, tentennando, sentivo la testa girare. Passammo lunghi istanti a guardarci silenziosamente negl’occhi con il respiro rotto e le labbra umide.

Il volo delle farfalle, eccolo di nuovo mentre decisi di fermarmi a quegl’occhi verdi, mentre decisi d’esser esattamente nel luogo in cui volevo essere. Mi sentii come se quel volo di farfalle ora mi circondasse e quasi potevo vederle danzare intorno a me.

«Tutto bene?»

«Si» risposi «Tutto benissimo.»

 

Racconto pubblicato su Misticanza #5 – Febbraio 2018 Racconto tutelato da licenza Creative Commons 3.0 – Non Commerciale, Attribuzione, Non Opere Derivate Racconto certificato con prova d’autore Patamu

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